Saper acquistare un buon vino non è da tutti. Ecco alcuni suggerimenti per scegliere un prodotto di qualità e vicino ai propri gusti.
Esistono molti detti sul vino, che alla fine non sono altro che metafore della condizione o del comportamento umano. Come ad esempio “botte piccola, vino buono”. Questo nel dettaglio rappresenta un modo di fare vino di parecchio tempo fa, dove la botte piccola, meglio nota come barrique, veniva usata per affinare i vini di pregio. Ad oggi, tenendo da parte le Docg, che hanno dei disciplinari ferrei, la maggior parte dei produttori tende a dosare maggiormente l’uso del legno nell’affinamento, per evitare che il vino sembri troppo artefatto.
Da qualche anno, forse un decennio abbondante, si cerca di intervenire il meno possibile in cantina, lasciando il vino come prodotto primario della vigna, quindi della natura. L’Italia, insieme alla Francia, hanno sempre rappresentato l’eccellenza al livello mondiale in tema enologico. I prodotti in vendita al supermercato o in enoteca ormai sono talmente tanti che ci si deve saper orientare in qualche modo. E non è difficile.
Scegliere un vino a partire dalla bottiglia: come fare
Per prima cosa si deve sapere quanto si vuole spendere. Meglio scegliere un prodotto meno famoso che un vino blasonato ma fatto male. C’è chi dice che dalla bottiglia si possono evidenziare dei parametri importanti sul vino. Niente di più falso. Vino buono o cattivo dipende innanzitutto dal gusto personale. E su questo non c’è tappo di sughero piuttosto che a vite, bottiglia alsaziana o bordolese che tenga.
La cosa importante è cercare un prodotto ben fatto, che non ecceda in artefazione e prodotti chimici. Quando si acquista al supermercato il rischio, specialmente per i vini bianchi, è che contenga troppi solfiti. E la quantità non è riportata in etichetta. Dunque, si consiglia innanzitutto di privilegiare i vini che sono stati imbottigliati all’origine dal produttore, anziché essere frutto di uve acquistate altrove. Questo è sintomo di un’azienda piccola e probabilmente più attenta al proprio prodotto. Si possono imparare a leggere i simboli di biologico o gli stemmi come ad esempio quello di vignaioli indipendenti, che usano meno solfiti possibili.
Controllare che la gradazione alcolica non sia troppo alta, e che, se si tratta di vini non di pregio, l’annata non sia troppo vecchia. Gli IGT o anche le DOC minori, sono fatte per essere bevute nel giro di un paio d’anni. Non sono vini da invecchiamento. E per finire, scegliere il prodotto più vicino al proprio gusto, magari dando qualche indicazione per la scelta al proprietario dell’enoteca, che può senza dubbio indirizzare il cliente in maniera personalizzata.