Sulla base di alcune anticipazioni del NaDEF e della stampa con la nuova Legge di Bilancio di imminente approvazione si cercherà di dare il giusto sostegno ai redditi dei lavoratori dipendenti fortemente svalutati dall’inflazione
Lunedì 16 ottobre il Consiglio dei Ministri approverà la nuova Legge di Bilancio e, in base a quanto anticipa il NaDEF – Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, si riconfermano alcune agevolazioni già in essere quest’anno.
Le risorse saranno utilizzate per il taglio al cuneo fiscale sul lavoro anche il prossimo anno e per l’attuazione della prima fase della riforma fiscale, il sostegno alle famiglie e alla genitorialità, la prosecuzione dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego con particolare riferimento al settore della sanità, si prevede inoltre il potenziamento degli investimenti pubblici, con priorità per quelli previsti nell’ambito del PNRR e il finanziamento delle politiche invariate.
Tra il primo trimestre del 2022 e il primo trimestre del 2023 la variazione del salario reale è stata del 7,3% pertanto Marina Calderone, Ministro del Lavoro, si sta impegnando affinché anche nel 2024 si possa sostenere il reddito dei lavoratori dipendenti, fortemente penalizzati dall’inflazione.
Si prevede ad esempio la proroga di alcune misure che incentivano premi e fringe benefit, resterebbero l’aliquota agevolata del 5% sui premi di risultato e la detassazione dei fringe benefit fino a tremila euro per i genitori con figli, ma non si escludono ulteriori potenziamenti per nuclei particolarmente numerosi.
Nelle buste paga del 2024 non ci sarà la tassazione agevolata sugli aumenti di stipendio riconosciuti dai rinnovi di contratto. L’idea di Calderone riguardava una flat tax al 10% sugli incrementi di primo livello coinvolgendo circa otto milioni di lavoratori, così da garantire un aumento netto maggiore e riducendo l’esborso delle aziende, tuttavia la scarsità delle risorse a disposizione ha escluso la possibilità di prendere in considerazione la proposta per la prossima manovra.
Tra le conferme previste dalla nuova Legge di Bilancio figura l’aumento di stipendio garantito dallo sgravio contributivo già in vigore quest’anno e di cui possono beneficiare le buste paga d’importo lordo fino a 2.692 euro, per un reddito annuo complessivo pari a 35 mila euro, alle quali è riconosciuto un incremento netto fino a cento euro al mese.
Poiché lo sgravio del 6% (7% nel caso di coloro che hanno uno stipendio lordo che non va oltre i 1.923 euro) è previsto per tutto l’anno l’aumento di stipendio che, di conseguenza, sarà complessivamente maggiore.
La Ragioneria di Stato ha inoltre confermato altri due bonus in busta paga, ovvero la cedolare secca al 5% (anziché al 10%) per premi di produttività che non superino i tremila euro annui e la detassazione dei fringe benefit entro la medesima somma, oggi a beneficiarne sono stati solo i lavoratori con figli, ma il prossimo anno l’agevolazione potrebbe essere estesa a tutti con soglie diverse a seconda del numero di familiari a carico.
In fase di definizione, al momento, il destino di un’eventuale detassazione della tredicesima e su un accordo per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici scaduto nel 2022.
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