Spesso quelli che appaiono come fastidi al cavo orale sono sintomi di una condizione ben più grave presente al suo interno.
Comprendere quelle che sono le manifestazioni è fondamentale per prevenire ulteriori danni all’apparato che risulta essere delicato e quindi oggetto di espansione in caso di carcinoma. Non riguarda solo il cavo orale inteso come denti e mucosa ma tutto ciò che ne è connesso.
Sono quindi da individuare anche muscoli per la deglutizione, per la respirazione, per il gusto. Tutto è connesso e manifestazioni possono sorgere non solo in modo diretto ed eloquente ma anche in modo tale da essere scambiate per altro.
I fastidi del cavo orale che potrebbero nascondere un tumore
Il tumore del cavo orale è piuttosto diffuso, in Italia si stimano 4000 casi ogni anno. Questo non riguarda solo la bocca in senso stretto ma tutti gli organi connessi come laringe, faringe, seni paranasali. Solitamente quelli che si sviluppano in questa zona hanno insorgenza da un danno genetico e tendono ad essere maligni.
Sono soprattutto gli uomini ad essere più esposti con una media di 7 casi ogni 100 mila abitanti. Molto rara nei giovani, la neoplasia ha un picco intorno ai 70 anni. Tra i fattori di rischio maggiore ci sono: fumo di sigaretta, alcol, traumi sulla superficie interna dovuta a protesi dentarie errate, scarsa igiene orale, masticazione di tabacco, HPV. Fino al 40% dei casi l’insorgenza si manifesta con una lesione precancerosa.
Qualunque formazione che non guarisce entro 2 settimane deve essere quindi valutata con attenzione. Sono comportamenti da segnalare come allarmanti: sanguinamento dalla bocca, difficoltà di masticazione, ulcere, dolore, difficoltà a parlare, dolore all’orecchio, sensibilità, perdita di peso, difficoltà nella deglutizione. In questo caso la diagnosi precoce è tutto, per questo è essenziale farsi visitare da uno specialista in caso di necessità. Con la biopsia localizzata si andrà a determinare se si tratta o meno di qualcosa di alterato e pericoloso, possono anche essere richiesti ulteriori esami diagnostici.
Il primo trattamento utile è l’asportazione, se possibile. In alcuni casi si procede con radioterapia e chemioterapia, le complicanze oggi sono ridotte di molto anche grazie alla tecnologia. I trattamenti sono infatti personalizzai e quindi il margine di problemi successivi è minimo. Si possono studiare approcci mirati ma è essenziale sempre individuare il tipo di problematica e quindi curarla in tempo utile.
Le cure sono possibili ma in questo caso la tempistica è tutto e quindi è fondamentale un approccio medico da parte di uno specialista.