L’introduzione del pesce nel proprio regime alimentare è molto importante in quanto è un alimento ricco di diversi nutrienti, tuttavia occorre conoscere alcuni aspetti legati al suo consumo per ottimizzarlo e anche per risparmiare.
Il pesce è un cibo prezioso sia perché ricco di proteine ad alto valore biologico, minerali e vitamine sia perché è facilmente digeribile. Tra i suoi nutrienti principali è sicuramente degno di nota il contenuto di acidi grassi polinsaturi Omega-3 a basso contenuto di colesterolo e alto di fosfolipidi che contribuiscono alla prevenzione di malattie cardiovascolari.
Il pesce, dunque, è un alimento che non dovrebbe mai mancare a tavola. Secondo le linee guida sarebbe opportuno consumarlo almeno due o tre volte a settimana. <<Noi nutrizionisti sappiamo bene che tra il dire e il fare c’è di mezzo i mare in tutti i sensi – fa sapere la nutrizionista Maria Chiara Leccisotti nella sua pagina Instagram – Spesso il pesce non piace, molte persone non sanno come cucinarlo e poi c’è sempre da considerare il prezzo, non proprio conveniente. Un’alternativa, a volte, meno costosa e più facilmente utilizzabile in cucina (se non altro perché è già pulito e spesso tagliato) è il pesce surgelato>>.
Pesce conservato, quale scegliere e perché
La nutrizionista fa sapere che occorre fare una precisa distinzione tra pesce congelato e pesce surgelato perché sono due tipologie di conservazione piuttosto diverse. Quello surgelato, infatti, è stato fatto raffreddare in maniera rapida, nella surgelazione non si formano cristalli d’acqua e quindi il pesce conserva le caratteristiche nutrizionali e organolettiche di quello fresco purché la materia prima sia di qualità.
Il prodotto congelato viene portato a basse temperature molto lentamente e avviene la formazione dei cristalli d’acqua che rompono le cellule e i tessuti facendo perdere sia la compattezza al prodotto sia gran parte delle proprietà nutrizionali e organolettiche.
Occorre indubbiamente prestare attenzione all’etichetta del pesce conservato, spesso infatti è molto ricco di sale e la quantità di panatura supera quasi quella del pesce stesso. L’impanatura e la frittura nel preconfezionamento aumentano l’apporto di carboidrati e grassi, occhio poi agli additivi presenti nella maggior parte dei preparati a base di pesce.
Se infatti si acquista, ad esempio, il surimi non si trova il merluzzo della ricetta originale, ma pesce d’acqua dolce o unito a molti altri ingredienti. Da preferire – secondo la nutrizionista – sono i filetti di nasello, merluzzo nordico, orata, branzino che non contengono solitamente additivi e si possono conservare a lungo nel proprio freezer.
È inoltre importante prestare attenzione alla temperatura di conservazione al supermercato che dovrebbe essere di -18°C. <<Poi oggi è particolarmente di moda consumare pesce crudo – conclude la dott.ssa Leccisotti – per il consumo domestico sono necessarie almeno 96 ore nel congelatore a – 18°C. Questo garantisce di non rischiare una contaminazione da parte di alcuni microrganismi o parassiti del pesce, come l’Anisakis>>.